Il boom di richieste e prenotazioni di viaggi è arrivato, com'era facilmente intuibile, dopo 2 anni di restrizioni a catena e non appena le stesse hanno cessato di esistere.
Uno tsunami (con un accezione positiva) arrivato subito, forte e vigoroso che ha confermato una grade voglia di ricominciare ad esplorare e riprendersi quel Mondo che si era messo in pausa. Tutti, nessuno escluso.
Addio, quindi, ai vari moduli di localizzazione (speriamo di non rivederli mai più), tamponi, quarantene etc.
Il semaforo è passato in verde, o quasi. Siamo vicinissimi al pre-pandemia.
Certo, ci sarà ancora per qualche settimana la necessità di mostrare un Green pass per spostarsi da una nazione all'altra (molte hanno dismesso anche quello), tuttavia sono briciole rispetto agli adempimenti precedenti.
Altri Stati devono ancora riaprire, ma è questione di poco.
Finalmente ci siamo!
Tutta questa voglia, tra l'altro, non è stata minimamente scalfita dai venti di guerra provenienti da est, che speriamo cessino il prima possibile per riprenderci anche la bellezza di quelle terre.
Tutto bello ed emozionante, vero, ma c'è un altra faccia della medaglia di cui molti non avevano tenuto conto, ma che era facile si fosse presentata prima o poi.
Difatti, bisogna fare i conti con i problemi ri-organizzativi del post-pandemia che toccano soprattutto compagnie aeree ed autonoleggi, ma che a cascata si riversano anche gli altri reparti turistici.
"Ma come, il boom turistico non è positivo?"
Sicuramente si, ma bisogna comunque fare la conta dei danni che la pandemia ha generato e con cui bisogna confrontarsi proprio ora, quando c'è da ricostruire e rilanciare.
Ci vorrà almeno 1 anno, 1 anno e mezzo per rimettere tutti i tasselli al proprio posto e ricomporre il puzzle ideale.
Ma andiamo con ordine
Devi sapere che tutte le compagnie aeree (chi più chi meno) per cercare di stare a galla durante i periodi più complessi della pandemia e limitare perdite ingenti, ha dovuto necessariamente dare una sforbiciata consistente a tutti gli equipaggi, licenziando personale in esubero o proponendo il pre-pensionamento a piloti, hostess, steward ed anche il personale aeroportuale.
Il tutto è stato chiaramente allineato periodo in cui mancava il 60-70% di passeggeri o anche oltre in alcuni periodi della pandemia,
d'altronde la maggior parte degli aeromobili delle flotte, dovevano rimanere parcheggiati fino a data incerta.
Ora che si è tornati ad un incremento della domanda, in maniera massiccia ed immediata, del 300-400% o oltre, con picchi che superano addirittura il 2019, sono molte le compagnie aeree ad essere in enorme difficoltà.
Cominciare la caccia al personale, ora, per rinfoltire gli equipaggi o il personale aeroportuale non è poca cosa, soprattutto se sei costretto a farlo all'improvviso e con l'alta stagione ormai alle porte.
Pensa che ci sono compagnie aeree, come EasyJet che hanno deciso di vendere il 10% in meno dei posti disponibili sui propri voli per scalare il numero di personale necessario.
Ma non basterà!
E non c'è solo il rischio di non potere assumere, ma anche quello di perdere il personale in essere, poiché è cominciata una vera sfida per accaparrarsi il personale tra compagnie. Un gioco a chi offre di più!
Sarà però lo stesso alto il rischio di cancellazione per molti voli, proprio in alta stagione e proprio nella stagione che si preannuncia TOP, per mancanza di personale.
Lo stiamo già vivendo anche da Torino Caselle con 2 compagnie su tutte in enorme difficoltà, ma nessuna compagnia è esclusa.
Il numero di passeggeri sempre crescente, non riesce ad essere gestito neanche negli aeroporti, obbligando i passeggeri a recarsi ai check-in (soprattutto gli hub principali) con molto anticipo rispetto al normale.
Un altro discorso è quello che tocca le compagnie di noleggio, ma che approfondiremo in un altro articolo.
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